C’è un problema con i sistemi di riconoscimento facciale?

Non so se vi è mai successo di accedere per sbaglio al cellulare di un vostro amico, a cui magari assomigliate vagamente. Quante figuracce vi siete fatti con i vostri amici che vi prendevano in giro per aver speso migliaia di euro per il vostro cellulare a cui poi, per una vaga somiglianza, avere problemi di riconoscimento? È certo che la tecnologia di riconoscimento facciale ha fatto passi da gigante negli ultimi anni, ora abbiamo intelligenze artificiali che processano migliaia di immagini al secondo e categorizzano i nostri volti in un millisecondo. 

Oggi non sarebbe possibile un errore come quello descritto sopra, anzi. La tecnologia si è talmente evoluta da essere utilizzata in moltissimi campi. A volte anche con un uso improprio. 

I nostri volti sono pubblici o privati?

La tecnologia di riconoscimento facciale viene utilizzata principalmente in due modi: identificazione e categorizzazione

● La prima è esattamente quella che vediamo nelle nostre serie crime preferite: filmati digitali o foto vengono comparate con un archivio dati preesistente, allo scopo di trovare un match. 

● La seconda, apparentemente più innocua, è quella che ha i più grossi effetti se effettuata su larga scala. I volti, estratti da foto o video, vengono inseriti in database e possono essere filtrati per sesso, età, etnia e addirittura orientamento sessuale in alcuni casi.

Social media, miniera d’oro di volti 

Un esempio forte in questo senso lo troviamo nel caso di Clearview AI, società statunitense che ha fatto scandalo per essersi impossessata di oltre 3 miliardi di foto e volti estratti da video a partire da account di vari social media, per poi rivenderli ad aziende private. Se volete approfondire, potete leggere questo articolo su Ius in Itinere.

Controlli biometrici nel gioco d’azzardo?

Un altro esempio interessante dell’uso di questa tecnologia lo vediamo in Australia. 

Si, esatto, dall’altra parte del mondo con il riconoscimento facciale vanno a nozze. In particolare i gestori delle sale di gioco d’azzardo. Molte delle sale nella parte meridionale del paese hanno infatti deciso di utilizzare la tecnologia di riconoscimento facciale per impedire l’accesso alla sala ai giocatori “indesiderati” per comportamenti scorretti. 

Lo stesso avviene per il gambling online: i portali più professionali hanno dei sistemi sofisticati per monitorare gli accessi in modo da garantire un gioco etico e sicuro per tutti. Se ti interessa l’argomento, scopri i migliori siti di poker online ed esplora le loro policy in questo campo. 

Ci aspetta un futuro da incubo sci-fi?

Come molti di noi sapranno, già da alcuni anni (dal 2015) in Cina è attivata la sperimentazione per l’utilizzo in larga scala del social-scoring.

Di che si tratta?

In breve attraverso l’utilizzo della tecnologia di riconoscimento facciale applicata su larga scala, e controllata da AI apposite, l’intera popolazione può essere controllata nel dettaglio. Ogni azione di ogni singola persona può essere valutata dalla AI, che gli assegna un punteggio positivo o negativo

E di conseguenza, al cittadino corrispondente può essere assegnato un premio o inflitta una punizione per l’azione compiuta.

Il punteggio personale poi, potrebbe essere collegato ad aiuti da parte dello Stato o a disincentivi, fino ad arrivare al punto in cui il punteggio potrebbe significare il nostro successo all’interno della società.

Se hai visto Black Mirror ti staranno venendo i brividi lungo la schiena a questo punto. 

Un movimento per una “faccia libera”

Proprio davanti a questo tipo di sperimentazioni distopiche, di recente è nato in Europa in movimento Reclaim Your Face, che vede nel riconoscimento facciale un pericolo per la libertà individuale.

Il movimento chiede una maggior protezione dei dati biometrici personali e la proibizione dell’utilizzo di AI per il riconoscimento facciale, sia da parte dei soggetti privati che quelli pubblici. Se ti interessa approfondire ti lascio un articolo su The Good Lobby

E in Italia?

Come spesso accade, da noi la tecnologia è arrivata con più calma rispetto ad altri paesi. Ma non deve essere necessariamente un male. Per adesso, la legge attiva in materia ha bloccato l’utilizzo di questa tecnologia in Italia fino a inizio 2023. 

Perché questa “tregua”? 

Beh, per dare tempo al parlamento di legiferare su questo argomento specifico e controllare gli abusi che una tecnologia del genere porta naturalmente con sé. 

Una tecnologia pervasiva

Gli usi di questa tecnologia sono incredibilmente disparati, e vanno dall’installazione di telecamere con sistemi di rilevamento biometrici nelle stazioni ferroviarie, o negli aeroporti, nelle stazioni di polizia, e in molti altri luoghi in cui la sicurezza è un imperativo. 

Sicuramente nella maggior parte di questi contesti il riconoscimento facciale porta un grosso miglioramento a livello di sicurezza. 

Ma, come molti sostengono ultimamente, è una tecnologia che porta con sé anche dei dilemmi etici di non poco conto, trattandosi di contenuti sensibili, esattamente come i nostri dati anagrafici e il nostro conto in banca.

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