Cani, dieta classica o vegana?

L’introduzione e la crescente diffusione di nuovi regimi alimentari e diete alternative non riguarda solo il nostro mondo, ma anche quello degli animali. Oggi un’indagine statistica condotto dall’università di Winchester, nel Regno Unito, ha messo a confronto tre diversi tipi di alimentazione dei cani: la dieta onnivora classica, quella basata sulla carne cruda (anche detta Barf) e quella a base vegetale (o vegana). La ricerca, pubblicata su Plos One, conclude che soprattutto il regime vegano sembra essere associati a un migliore stato di salute dell’animale. Lo studio è ancora piuttosto iniziale e basato su un’analisi statistica, per cui, a detta degli stessi autori, dovrà essere approfondito.


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Lo studio

L’indagine si basa su questionari online ai proprietari di oltre 2.500 cani, relativi alla salute dei loro pet nei 12 mesi precedenti l’analisi. I ricercatori hanno esaminato i loro dati, mettendo in relazione dieta e benessere del cane, misurato attraverso il numero di visite dal veterinario, gli eventuali farmaci assunti e la presenza di patologie. A seguire una dieta tradizionale era circa la metà dei cani, la dieta di carne cruda circa il 33% e quella vegana il 13%. Nella ricerca ci sono dei fattori confondenti che potrebbero avere un qualche peso, quali per esempio l’età del cane, che non era omogenea in tutti e 3 i gruppi.

Meglio la dieta Barf o quella vegana?

Statisticamente, stando al test i cani più in salute sono quelli che consumano solo carne cruda (la dieta Barf) o che seguono una dieta vegana. I risultati sembrerebbero apparentemente uno in contraddizione con l’altro, tuttavia gli autori precisano che lo stile alimentare che a loro avviso è più probabilmente associato a un migliore benessere è quello vegano. Questa deduzione deriva dal fatto che in media i cani che seguivano la Barf nell’indagine sono significativamente più giovani e inoltre sono andati meno spesso dal veterinario. Anche se il minor numero di visite sembra segnalare una salute più solida, studi precedenti indicavano che i proprietari di cani alimentati con carne cruda tendono a portarli meno a farsi controllare. Non ci sono però prove dirette e questi elementi dovranno essere approfonditi. Inoltre, i ricercatori si sono concentrati su 22 diversi disturbi che possono colpire i cani. A soffrire di almeno uno di questi problemi sono il 49% dei cani che mangiano tutto, il 46% dei cani che seguono la dieta Barf e il 36% dei cani a dieta vegetale.

Come regolarsi col proprio cane

“Studi di questo genere, che nel tempo saranno sempre più approfonditi e dettagliati sono interessanti ”, spiega a Wired Marco Melosi, medico veterinario, specialista in malattie dei piccoli animali e presidente dell’Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi) – non coinvolto nel lavoro, “Nella mia esperienza i padroni di cani che seguono diete particolari, come in questo caso, sono anche più attenti alla loro salute generale”. 

Ma come regolarsi col proprio pet? “Bisogna sottolineare – chiarisce Melosi – che un’alimentazione vegana, se non supportata da un’adeguata supplementazione con integratori può condurre a carenze nutrizionali anche importanti”. Pertanto, ci vuole molta attenzione e cautela prima di consigliare un regime alimentare anziché un altro. “Se pensiamo alla storia evolutiva del cane, questo animale tradizionalmente si è sempre nutrito principalmente di carne. La dieta classica, per così dire onnivora, è studiata appositamente per contenere tutti i nutrienti di cui il cane ha necessità, aggiunge il medico veterinario. “Un concetto simile vale anche per un regime fortemente basato su carne cruda, o Barf, cui vengono generalmente associate anche delle verdure, che può rappresentare uno stile alimentare equilibrato.

Sull’alimentazione vegana nei cani abbiamo ancora poche informazioni, secondo l’esperto. “Non ci sono studi a lungo termine”, precisa Melosi, “per cui sarà importante raccogliere altri dati nei prossimi anni. Fermo restando che in alcuni casi una dieta vegetale può essere raccomandata dal veterinario, in specifiche situazioni, a cani con intolleranze alle proteine animali o con particolari patologie”.

Via Wired.it

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