Fare i buchi alle orecchie è un desiderio di molte bambine e bambini ma per quanto sia comprensibile la voglia di indossare orecchini eleganti o semplicemente divertenti, la scelta dei genitori deve essere ben ponderata. Non basta la loro voglia o l’insistenza di voler atteggiarsi ad essere grandi in quanto sono tanti i fattori da prendere in considerazione prima di accontentarli.
Qual è l’età giusta per fare i primi buchi alle orecchie? Meglio la pistola o l’ago, qual è il metodo più sicuro e quali sono le differenze? Come evitare infezioni? Queste sono le domande che le mamme ed i papà si devono porre, prima di accompagnare i propri figli/e per una foratura sicura e senza problemi. E gli stessi interrogativi sono quelli che abbiamo posto ad una persona esperta in materia.
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Qual è l’età giusta per fare i buchi alle orecchie
Quella sull’età giusta, probabilmente, è la prima domanda che risuona in ogni famiglia, quando la figlia o il figlio chiedono di fare i buchi alle orecchie e di indossare i primi orecchini. Fare i buchi alle orecchie ai neonati è una tradizione antica, in alcune culture, spesso legata a credenze propiziatorie o simboliche, ma ormai, da noi, sempre meno sentita. In alcuni Paesi, fare i buchi alle orecchie alle bambine è stato considerato un segno di femminilità e appartenenza culturale. In altri, è stato vissuto come un rituale sacro per migliorare la salute e l’udito dei piccoli. Le cose sono cambiate e gli stessi pediatri/pediatre suggeriscono di aspettare la completa maturazione del lobo e di valutare eventuali allergie ai metalli ma anche di scegliere un’età in cui il bambino sia in grado di esprimere eventuali disagi, in quanto può essere utile per evitare complicazioni.
Abbiamo fatto la domanda ad una piercer che si occupa, tra le altre cose, di buchi alle orecchie ai bambini, nei suoi centri a Milano, in Salento ed in Sardegna, Chiara Gerosa, in arte Gerri.
I 4 motivi per cui è meglio rispettare l’età
“Sono mamma di due bimbe, di 9 e 5 anni, per cui l’argomento mi sta molto a cuore.
L’età che consiglio per i fori alle orecchie è intorno ai 6 anni, cioè quindi quando la bimba frequenta già la scuola elementare, e ciò per i seguenti motivi.
Prima di tutto la bimba deve decidere consapevolmente di forarsi le orecchie, in quanto si tratta di una scelta che comporta diverse responsabilità, per cui trovo giusto che lo vogliano i nostri figli/ figlie per davvero e non noi genitori.
In secondo luogo, la bimba deve essere in grado di prendersi cura da sola dei propri fori (salvo non abbia bisogno di un piccolo aiuto all’inizio) e di non toccarseli in continuazione. È normale avvertire sensazioni simili a pizzi o bruciori, attorno al foro, ma se questi vengono toccati in continuazione, si ritarda la loro guarigione e diventano possibili complicazioni come infiammazioni o infezioni.
Terza ragione, per cui l’età è importante e non deve essere inferiore ai sei anni, riguarda l’anatomia delle orecchie. Le orecchie crescono per cui, se i fori vengono fatti su bimbi troppo piccoli o addirittura neonati, questi si troveranno da grandi ad avere dei fori completamente decentrati rispetto al lobo. Infine, è preferibile che i bimbi siano circondati da altri in grado di fare attenzione, di non toccare i fori, e questo è più facile che avvenga alla scuola primaria piuttosto che in una scuola materna”.
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Pistola o ago: il metodo più sicuro per fare i buchi
Fino a poco tempo fa, era in farmacia che fiumi di mamme (o papà) accompagnavano la prole per fare i buchi alle orecchie. Lì si sceglievano, nel frattempo che il/la farmacista preparava la pistola per la foratura, i primi orecchini da indossare. Per moltissime di noi la farmacia è stato l’unico luogo deputato alla foratura delle orecchie, oltre, ovviamente, alla gioielleria ma sempre con lo stesso metodo da pistolero!
Qualcuna di noi, non proprio di ultimissima generazione, ricorderà l’amica che, coraggiosamente, senza sapere minimamente come fare, prendeva un ago (sottratto dal kit di cucito, quando ancora qualcuno a casa sapeva rammendare o quanto meno mettere un bottone!) e si bucava da sola. Mentre il cubetto di ghiaccio si scioglieva tra le mani di un’assistente che se non sveniva per la troppa empatia!
Oggi, le cose sono decisamente cambiate, come un po’ per tutto siamo maggiormente informati/e ma anche pieni di domande e dubbi. Ecco cosa ci ha risposto Chiara Gerosa sui due metodi per la foratura delle orecchie e quale, tra pistola ed ago (non quello dell’amica di cui sopra), è più sicuro.
“Mentre la pistola spinge un oggetto appuntito nel tessuto, lacerandolo in maniera violenta, l’ago da piercing è molto affilato e crea un piccolo forellino che non va a traumatizzare i tessuti circostanti. Le due tecniche fanno davvero la differenza nella fase di guarigione: i fori fatti con la pistola sono dei tagli con bordi frastagliati, quindi più difficili da disinfettare e più soggetti ad infezione e a gonfiore (dovuto anche al trauma dell’uso della pistola), mentre il foro fatto con ago è netto, partendo già con il vantaggio di essere stato fatto a mano, quindi in maniera più delicata”.
La differenza tra i gioielli utilizzati per i 2 metodi di foratura
C’è, inoltre, un altro punto su cui bisogna riflettere, prima di accompagnare i bambini e le bambine a fare i buchi alle orecchie. Esso riguarda il fastidio, e alcune di noi se lo ricorderanno, che l’orecchino provoca i primi mesi, oltre alla cura che bisogna dedicare alle foratura, affinché non si infiammi e non provochi infezioni.
Come leggeremo dalle parole della Gerri, da questo punto di vista ci sono delle differenze che dipendono dai metodi di foratura.
“Nella pistola viene sparato un gioiello appuntito che viene chiuso a pressione. Spesso il lobo si gonfia e, se il gioiello non è abbastanza lungo da accogliere il gonfiore, può succedere che esso venga inglobato nel lobo: mi succede spesso che vengano da me bimbe con questo problema di risolvere. Inoltre, essendo appuntito, il gioiello può dare fastidio durante la notte e bisogna tenere conto che questo va comunque tenuto almeno un mese, senza toglierlo. Quasi tutti gli orecchini utilizzati con pistola vengono chiusi da una farfallina la cui forma favorisce il deposito delle secrezioni, che si generano in guarigione e che, se non pulite bene, possono portare infezioni.
Il gioiello che invece utilizza il piercer, labret, è una barretta con il retro piatto a cui si avvita una pallina, si tratta di un gioiello completamente liscio per cui comodo da pulire e disinfettare. Altra cosa fondamentale è il materiale utilizzato, ovvero il titanio da implantologia (titanio ASTM F136), lo stesso materiale con il quale vengono realizzati gli impianti dentali ed ossei: si tratta di un materiale leggero e resistente, ma soprattutto totalmente anallergico.
Ultimo, ma non meno importante, è il lato estetico: la pistola lascerà necessariamente un taglio più grande e irregolare, che tenderà a tagliarsi sempre di più nel tempo (soprattutto se si indossano orecchini con monachella sottile), mentre il foro fatto con l’ ago resterà per sempre un buchino netto.
I piercing vengono eseguiti da professionisti che sono formati specificamente per eseguirli nel modo corretto, rispettando le norme igienico-sanitarie per garantire la sicurezza dei piccoli clienti. Per cui se durante o dopo il piercing dovessero verificarsi complicazioni, come infezioni o reazioni al gioiello, un piercer professionista sarà in grado di gestirle correttamente e consigliare al meglio come risolvere la situazione”.
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Buchi alle orecchie: quale e quanta cura dedicarvi
A questo punto, abbiamo in mano molte informazioni per poter affrontare questo momento importante, ed anche pieno di emozione, ammettiamolo, con le nostre figlie/figli.
Sappiamo qual è l’età minima consigliata e perché, cosa dobbiamo vagliare prima di decidere, a quale professionista affidarsi, cosa aspettarci se decidiamo per la foratura delle orecchie con la pistola o con l’ago. Rimane un solo grande tema da affrontare, quello della cura dei buchi, affinché non si creino complicazioni.
Fare i buchi alle orecchie ai bambini è una scelta che richiede attenzione e cura. Con le giuste precauzioni, e affidandosi a un professionista qualificato, il processo sarà sicuro e senza problemi.
“Per quanto riguarda la guarigione, per il primo mese bisogna disinfettare il foro due volte al giorno con il miglior prodotto che vi consiglierà il vostro piercer di fiducia (di solito sono a base di sostanze lenitive o disinfettanti di origine naturale) o, in mancanza di prodotti specifici, si può utilizzare un disinfettante delicato che non sia a base alcolica.
Ovviamente, bisogna sempre ricordare ai bimbi di non toccare le orecchie con le mani sporche. Con l’orecchino fatto indossare a seguito del foro fatto con l’ago, invece, la vecchia abitudine di girare il gioiello, non serve più. Si trattava di un sistema che, oltre ad essere doloroso, non favoriva la corretta guarigione, in quanto il foro era continuamente sollecitato e traumatizzato.
Ultimo consiglio è quelli di evitare la piscina per almeno un paio di settimane, in quanto le piscine, anche quelle trattate con cloro, possono contenere batteri e altri microorganismi. Questi possono entrare nel piercing e causare infezioni, specialmente durante la fase di guarigione, quando la ferita è ancora delicata e vulnerabile”.
La guarigione completa richiede circa 6-8 settimane, ma, se compaiono arrossamenti, gonfiore o secrezioni, è importante consultare un medico o il piercer per avere immediate delucidazioni. Ora sappiamo davvero tutto sui buchi alle orecchie, sempre affascinanti e significativi proprio come i tanti orecchini che straripano dai nostri cassetti, compresi quelli di chi se li realizza da sola. Per cui, ora è lecito domandarsi: a chi è venuta voglia di fare qualche buchino in più?