Bambini morti in auto, troppi i casi dal 1998

I bambini morti in auto dal 1998, come ci ricorda l’Agi, sono stati 11 negli ultimi 25 anni. Troppe vite perdute per via della sindrome del bambino dimenticato, qualcosa che non è una scusa ma una vera e propria tragedia.

Bambini morti in auto, una tragedia impossibile

In inglese conosciuta come forgotten baby syndrome e purtroppo, per quanto ci faccia accapponare la pelle, è qualcosa di reale che accade in tutto il mondo. I bambini morti in auto sperimentano un decesso atroce, causato dalla disidratazione e dal forte calore.

Avvenimenti per i quali piuttosto che iniziare a incolpare senza empatia il genitore reo della dimenticanza killer dovremmo iniziare a pensare a come rendere questi genitori meno stressati e più reattivi. L’età dei bambini morti in auto statisticamente passa tra gli 11 mesi e i due anni. Piccole creature abbandonate involontariamente da padri o madri convinti di averli portati all’asilo, dai nonni, dai baby sitter.

Sono tragedie indicibili che potrebbero essere evitate mettendo maggiore attenzione nell’utilizzo di quegli accessori che ci consentono di renderci conto della presenza dei nostri figli in auto. Nel novembre 2019 è entrata in vigore la legge 157, ribattezzata Salva bebè. La proposta originaria venne dall’attuale presidente del consiglio Giorgia Meloni: la legge prevede dal 7 Marzo 2020 l’utilizzo per i bambini di età inferiore ai quattro anni di seggiolini antiabbandono.

Uso di accessori a norma molto importante

Questi sono atti al rendere possibile ai genitori il rendersi sempre conto della presenza del bimbo in auto. L’utilizzo di accessori non conformi o non funzionanti prevede una forte multa e il taglio di 5 punti della patente. Ora, per quanto riguarda l’ultimo caso in ordine di tempo avvenuto a Roma presso il quartiere della Cerignola saranno le indagini a stabilire le dinamiche di questa morte. Quel che è certo è che la tragedia dei bambini morti in auto può essere evitata.

Sia attraverso l’utilizzo di accessori adatti al trasporto dei più piccoli, sia lavorando sulle condizioni di lavoro dei genitori. Su questo è il Governo che deve deliberare in modo adatto, promulgando leggi che a ogni livello favoriscano un lavoro flessibile, poco stressante e giusto. Ovvero tutto il contrario di quello che è attualmente.

I genitori che perdono i propri figli in questo modo difficilmente riescono a riprendere una vita normale. Soprattutto per il genitore dimenticante il senso di colpa è insostenibile.

Bisognerebbe lavorare di concerto sulla situazione per evitare che la sindrome del bambino dimenticato possa fare altre vittime in futuro. Lavorando proprio sulle condizioni generali dell’adulto. Riuscendo così a non mettere in pericolo i bambini.

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